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Di Paolina Leopardi. |
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Giacomuccio mio - A quest’ora avrete ricevuta la lettera di Papà,
di data contemporanea all’ultima mia, ma ritardata di un Ordinario
perchè non impostata a tempo. Se il caso avesse fatto ch’ella si fosse
perduta (che pure potrebb’essere), posso dirvi ch’egli me la fece leg-
gere, e vi autorizzava a trattare l’affare di Marini, o p[er] mezzo di
Zio Carlo se lo aveste trovato disposto, o se nò da Melchiorri diretta-
mente e con sollecitudine. E a me pare che quest’ultimo sia assai più
a portata del primo per l’intimità che ha con il Cav., e per il piacere,
che avrà d’impegnarsi per voi. Vi diceva il Papà di procurare di avere
una risposta sollecita, perchè si sta ancora in parola con un altro, e
non può andare tanto a lungo la decisione. Ora però sappiate, Giaco-
muccio mio, ch’io sono in una paura terribile, e che se voi non mi
aiutate presto, vado incontro ad un bruito imbroglio; poiché senza
aver fatto per parte nra nuove istanze, ma solamente dietro le parole
già corse da lungo tempo, il mio Pretendente deve venire a momenti,
ed io sarei disperata se dovessi accettarlo (mai per piacere, ma sempre
per forza, poiché nemmeno è giovane e di orrido paese e cognome)
prima di avere avuta la risposta negativa dal Cav., ed ancora lo sarei
se dovessi ributtarlo prima di essere assicurata dal sud.°. Voi già mi
capite bene, e comprendete le mie smanie, a cui non posso metter freno
anche dopo tutte le vostre lezioni - Mi fido tanto di voi, che mi
basta di avervi esposto la mia situazione, per esser certa che v’impe-
gnerete con tutto il calore ad ajutarmi senza ulteriori preghiere che
mi farebbero anzi torto, perchè noi ci conosciamo da qualche tempo;
e giusto non potrei aver questa confidenza altro, che in voi e negli
altri miei Fratelli - Carlo sente da voi che la vra partenza è ritardata
un poco, e questo ancora mi giova; partendo raccomandatemi molto
a Melchiorri.
Giacomuccio mio, quanto spero in voi! Aspetto le vre lettere con
un ansietà [sic] terribile, e le apro con un palpito crudele. Sicura di
divenire sposa del Cav. Marini, son certa che non proverò mai più
dei sentimenti così vivi di agitazione, di speranza, di timore; e quando
avrò perduta la speranza di divenirla mi sarà indifferente qualunque
altra sorte incontrassi che certo non potrà essere altro che spaventevole.