Illmo Signor Conte,
Mi affretto d’inviarle un esemplare del Merobaude, frutto delle dotte
ricerche del Sig. Niebuhr a San Gallo,1 destinato per Lei dall’autore
come rileverà dall’indirizzo che si trova scritto sul medesimo esemplare.
Il Sig. Niebuhr neH’istesso mentre che m’incarica di salutarla distin-
tamente da sua parte mi domanda le sue nuove. Io spero, appoggiato
sulli più solenni promessi rinuovatimi ultimamente 10 giorni sono, da
persona che non mi ha mancato mai di parola, che queste nuove saranno
quelle che il Sig. Niebuhr ha diritto di aspettare, e che saranno con-
formi alle brame di Vra Sigla IlJma. Benche [sic] in quella occasione
mi fù parlato di un impiego nel Censo a Recanati che Ella avesse desi-
derato, io ho creduto di dovermi tenere a ciò che seppi per parte del
Sig. Ministro il quale considerò sempre Roma come il luogo più adat-
tato per proseguire i Suoi lavori letterari e filologici: se questo nel
momento non si potesse realizzare, resta sempre l’altro.
Passo colla più distinta stima e la più sincera considerazione di ras-
segnarmi
Suo devmo obblmo servi Bunsen |
Roma li 12 Agosto 1823
579. |
Di Giuseppe Melchiorri. |
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Caro il mio Giacomo.
Non saprei cosa dirvi dei vri stamponi, giacché quel vecchio imbe-
cille non mi ha saputo dir altro che li ha consegnati ad un vetturale
di Treia, che portava con se un pittore di Recanati, il quale era incari-
cato di consegnarli. Or ora perdo la flemma con questo vecchio pazzo,
poiché non si può mai capire niente del suo discorso, e fummo vera-
mente sciocchi, tanto io, che Pippo a fidarsi di lui. Pippo però mi dice