per divertimento. Voi mi dite che le Lettere hanno cagionato
la vostra passione. Dunque l’oggetto del vostro amore è una
Minerva. Non pretendo sapere il vostro secreto: ho veduto per
prova che negli affari di galanteria voi siete più misterioso e
geloso che molti non sogliono essere cogli amici intimi. Mi con-
tento di felicitarvi sulla vostra scelta, supponendo (perchè così
debbo supporre d’un uomo pratico come voi) che non l’abbiate
fatta se non per divertirvi. In questo caso vi lodo e vi stimo
assai. Allegramente, caro Peppino; ridiamoci del mondo, e sopra
tutto delle donne, che son fatte a posta per questo. Ma se vi
divertisse più di piangere, io son pronto a piangere con voi, e
compatirvi; e quando vi serva di consolazione lo sfogarvi con
me, fatelo in qualunque modo vi pare. Voi sapete ch’io v’amo;
forse anche conoscete il mio cuore, e sapete che è capace d’in-
tendere, e di prender parte alle afflizioni degli amici veri ed
intrinsechi, quale voi mi siete stato, e sarete sempre, se così vi
piacerà. Amatemi e scrivetemi, e sopratutto rallegratevi, per-
chè non saprei darvi un consiglio nè più utile nè più ragione-
vole e conveniente a chiunque ha esperienza della vita, come
avete voi. L’indifferenza e l’allegria sono le uniche passioni pro-
prie, non solamente dei savi, ma di tutti quelli che hanno pra-
tica delle cose umane, e talento per profittare dell’esperienza.
Addio addio, ti abbraccio e ti auguro il buon Natale. Salutami
De Romanis e gli altri amici. Puoi dire a De Romanis che ora
non avendo altra occupazione che lo studio, e trovandomi final-
mente aver dato sesto a molti lavorucci che m’imbarazzavano,
s’egli ha in qualche cosa da prevalersi di me, sono in grado di
servirlo, ed anche con prontezza.
[Recanati 22 Decembre 1823] |
Stimatissimo Signore
L’interesse che V. S. Illma ha ben voluto mostrare a quello
che mi riguarda da che io ebbi l’onore di conoscerla, mi ha dato