Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/109

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T GIACOMO LEOPARDI aggiungerne del mio. Voglimi bene, che ne vorrai a te stesso, e prova- melo coll’averti cura, e col non abbatterti: sappi a proposito dei denti, che anch’io non posso ornai più mangiare roba dura senza che mi si svegli un dolore molto incomodo ai denti molari specialmente dalla parte destra. Ciò accusa o debolezza o carie. Onde vedi cosa siamo anche noi così detti sani. Addio caro. Dell’affare su cui eravamo intesi suppongo che non abbi potuto far niente, mentre non me ne parli. Oltre a quello che avrei fatto di mio moto, Carlo vuole espressami che mi raccomandi a voi di aver cura ai vostri denti, di non mettervi in malinconia p[er] questo, poiché certo in q.‘° momento è la flussione che ve li fa dolere, la quale speriamo non vi durerà molto; anzi io spero che vi sia già passata. Ho sentito da voi che era lungo tempo che non vi dava più fastidio q.‘° dolore, ed allora mi parlavate di uno solo, che dicevate esser guasto da gran tempo; ora come li nominate in plurale? Credo che ci penserete bene, Giacomuccio mio, prima di farvene toc- care uno solo, e poi in tempo di flussione ho sempre sentito non essere conveniente il cavarseli. È non potete credere quanta pena ci costi questo vro male! Quasi spererei che l’aria di Firenze vi fosse contra- ria; ed infatti deve essere umida quanto la nfa, e non meno. Se è così, andatevene, p[er] carità, più presto che potete. Quanto poi alla malin- conia, capisco che il male la produce; ma lasciate crepare di malinco- nia noi al minore incomodo che abbiamo, e voi divertitevi quanto mai potete, e godete della vra situazione, tanto da noi invidiata; sapete già con quale invidia. - Tante cose vi dice Mamma, e tante premure vi fa perchè vi abbiate cura, e non manchiate di coraggio in q.‘° vro male; e trova ancora essa con noi non necessario questo togliere di denti - ma noi parliamo tutti all’oscuro, poiché non sappiamo preci- sami se è flussione, ovvero dolore prodotto dalla carie. Mamma è guarita, e vi saluta tanto, tanto, e vi saluta Pietruccio che vorrebbe scrivere qui sotto, ma p[er] q.la volta vi ho risparmiato q/ incomodo - Alla figlia di Reinhold direte qualche cosa obbligante per la memo- ria che ha di me e d.lc Mazzagalli, che salutano essa, e voi. Vi ringrazio dei dettagli che mi date sopra Persiani, e sopra gli affari vri, i quali avremmo voluto che vi andassero meglio, e che il sig. Stella avesse fatto il suo dovere - Attendiamo impazientemente che ci di- ciate di star meglio, anzi bene, e ci rallegrerete tutti grandemente - Addio caro, caro Giacomuccio. Per carità, abbiti cura. Pietruccio si è levato da qlche tempo il suo dente guasto, senza altro dolore che uno momentaneo.