mie opinioni non sieno fondate a ragione ma a qualche osserva-
zione parziale, desidero che sia vero.
Ho ben caro che le sia riuscita così grata la conoscenza del
mio buon amico Papadopoli. Sarà difficile che quest’anno io
possa intraprendere un viaggio così lungo come quello di Vene-
zia. Sono sempre occupato dell’Enciclopedia, e m’ingegno di
renderla un’opera più popolare che sia possibile, anche nello stile.
- Ho sentito qui qualche straniero fare elogi smisurati delle
Operette morali. Credo che se Ella ne manderà copie fuori d’Ita-
lia, non saranno forse inutili. - So che a Roma il suo Petrarca
è adottato da quei privati che danno lezioni di lingua e lettera-
tura italiana ai tanti inglesi ec. che passano colà l’inverno. Ciò
dovrebbe cagionare un buono spaccio di quell’opera presso i fore-
stieri in Roma, se vi fosse chi sapesse coltivarlo. - Auguro di
cuore a Lei ed alla sua famiglia una felice villeggiatura. Mille
saluti a tutti i suoi; e pregandola a volermi bene, mi ripeto
Suo cordialis. amico e sre Giacomo Leopardi |
1128. |
Di Pietro Brighenti. |
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Caro Giacomo:
Molto tempo fa, recandosi costì un certo sig.r Viviani di Vicenza,
amico di Giordani, gli diedi una Lettera commendatizia per te. Gli
aggiunsi un piego alla tua direzione, nel qual pure era un nuovo mio
foglio frammezzo a due libretti della Bugami uno per te, l’altro per
Giordani. Io non ne ho più avuto notizia, e solo, giorni sono, udii
che la Bugami si doleva che ancora tu non avesti avuto que’ libretti.
Pregoti dunque, mio cariss.0 a non saperti grave di scrivermi una linea
che mi dia conto di questo affare. Ho un altro libretto da farti avere
ed è del conte Pepoli. A momenti lo riceverai a mezzo Vieusseux.
Ti prego, caro Giacomo, non dimenticarti al tutto di me, chè troppo
crudele affanno mi daresti. Addio. La mia famiglia ti riverisce. Verrai
più a Bologna? Temo di nò.
il tuo P. Brighenti