motivi so di certo che mi avrà per iscusata se non fui sollecita nel darle
le nostre nuove. Ella mi dice di continuarle la mia amicizia? Come
far di meno considerando i tanti pregi de’ quali ella è adorna? Dico
poi che se non vi fosse altro nodo per tenerci fermi in amicizia, vi
è il più forte: quello cioè di non essere quasi mai felici; onde le nostre
anime hanno bisogno di confortarsi l’una coll’altra per sopportare le
molte disavventure, che ci vanno di tempo in tempo travagliando.
Spero che cessato il caldo starà meglio de’ suoi occhi; nè Io spero sol-
tanto, ma lo desidero vivamente. Sarà per me una vera consolazione
il riceverne le buone novelle. Aggradisca i saluti di mio marito: mi
comandi, e mi creda sempre
Sua aff.ma Serva ed amica
Antonietta Tommasini
P. S. Saluti caramente il buon Giordani quando lo vedrà tornato
da Pisa.
Ottimo Signor Conte! L’elogio è reso alle stampe: Ella lo riceverà
quanto prima. L’impulso più forte a pubblicarlo l’ho ricevuto da Lei,
ch’io tengo in mio cuore responsabile della buona o mala accoglienza
che otterrà nella repubblica delle lettere. Quando però Ella gli sia cor-
tese d’approvazione e di protezione, vi entrerà impavido e sicuro. A
Lei mi raccomando ed offero cordialmente.
Il suo affmo S.r ed A.° Maestri
1131. |
A Pietro Brighenti. |
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Mio carissimo. Ebbi le Lue letlere e il piego da Viviani (ottimo
giovane veramente): e non risposi allora, perchè lo scrivere mi
dà propriamente pena. Giordani è tornato da Pisa; gli ho con-
segnato l’esemplare mandato dalla Bugami per lui. Mi faresti
un vero piacere, se facessi far le mie scuse alla Bugami per non
averla ancora ringraziata; colpa della mia somma debolezza degli
occhi. Il pacco di Stella, che tu fino dal 15 Luglio scrivesti a
Giordani di avermi spedito pel mezzo Vieusseux, non è mai