Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/135

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libera del mal d’occhi. Senza esserle importuna le manifesto il deside- rio che ho vivissimo di saperne qualche cosa. Voglia a tutti noi quel bene che vogliamo a Lei, e le auguro salute con tutto l’animo. Sua Aff.ma amica A. Maestri Clelietta le manda un bacio ringraziandola della memoria che con- serva di lei. Parma 31 Agosto 1827

1133. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 1° Sett.c 1827

Signore ed amico amatiss. Mi rincresce sentire dalla c.a sua 23 dello scorso esser Ella in qual- che angustia di pensiero pei pagamenti. Io le scrissi che quando vi fosse bisogno Ella si poteva valere sopra la mia Casa, non dubitando che in Firenze Ella avrebbe già persona ben nota in paese che la potrebbe far conoscere a qualche banchiere. Ma di questo voglio sperare che non vi sarà bisogno nè ora, nè mai. Non ora perchè suppongo che il sig. Piatti le avrà già contati i 20 scudi romani, quantunque ancora io non ne abbia avuto avviso. A buon conto gli torno a scrivere in questo stesso corso di posta. Non mai, perchè entro questo mese avrò trovato il mezzo sicuro da poter Ella avere regolarmente i contamenti mensili come Ella li aveva dall’amico Moratti. Son d’accordo con Lei riguardo alle Operette morali, e credo che sarà dello stesso nostro sentimento anche il letterato di cui le ho man- dato le osservazioni, al quale farò vedere il paragrafo della di Lei let- tera, tosto che sarà ritornato da un viaggio che sta facendo. Ella si spaventa un po’ del viaggio di Venezia; ma il più è da Firenze a Bologna. Poi da Bologna si va a Ferrara in mezza giornata; e da Fer- rara a Venezia in una e mezza per acqua, viaggio comodissimo. Ma se però crede di poter star meglio a Pisa io non la voglio distogliere. E però certo che un amico simile al Papadopoli stenterà assai di ritro- varlo colà.