1159. |
Ad Adelaide Maestri. |
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Mia cara Adelaide.
Adempio subito la promessa fattavi, di darvi le mie nuove.
Io mi trovo molto contento di quest’aria. Ilo lasciato a Firenze
l’inverno, e qui trovo l’autunno. Se durasse così, sarebbe una
beatitudine: tutti mi assicurano che qui non fa mai freddo, o
dura pochissimo. Della salute sto sufficientemente bene. Sono
anche contento assai dell’aspetto della città, dove trovo oggetti
e spettacoli bellissimi di natura e d’arte; oltre un certo misto
di città grande e di città piccola, di cittadino e di villereccio,
un misto veramente romantico. E la vostra salute come si trova?
Che fa l’avvocato Maestri, che fa la Clelietta? Indirizzo questa
a Parma, credendo che voi dovrete esser là appresso a poco nel
tempo in cui potrà arrivar la presente. Non vi prego a conser-
varmi la vostra amicizia, perchè spero che il pregarvene sia super-
fluo; come anche spero che sia superfluo l’assicurarvi che io non
mi dimentico di voi. Salutatemi caramente l’avvocato; e se mi
volete bene, abbiate cura sopra tutto alla vostra salute. Addio,
addio di tutto cuore.
Il vostro Leopardi.
1160. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed amico amatissimo, Risposi da Firenze alla caris-
sima e amorosa sua del 18 di ottobre. Questa è per informarla
che alla fine i miei amici di Firenze mi hanno fatto determi-
nare a passare l’inverno, non a Roma, non a Massa, ma qui a
Pisa; dove ho trovato per verità un clima temperatissimo, un
vero autunno, mentre che a Firenze ho lasciato un vero inverno.