Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/160

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1159. Ad Adelaide Maestri.
Pisa, 12 Novembre 1827.

Mia cara Adelaide. Adempio subito la promessa fattavi, di darvi le mie nuove. Io mi trovo molto contento di quest’aria. Ilo lasciato a Firenze l’inverno, e qui trovo l’autunno. Se durasse così, sarebbe una beatitudine: tutti mi assicurano che qui non fa mai freddo, o dura pochissimo. Della salute sto sufficientemente bene. Sono anche contento assai dell’aspetto della città, dove trovo oggetti e spettacoli bellissimi di natura e d’arte; oltre un certo misto di città grande e di città piccola, di cittadino e di villereccio, un misto veramente romantico. E la vostra salute come si trova? Che fa l’avvocato Maestri, che fa la Clelietta? Indirizzo questa a Parma, credendo che voi dovrete esser là appresso a poco nel tempo in cui potrà arrivar la presente. Non vi prego a conser- varmi la vostra amicizia, perchè spero che il pregarvene sia super- fluo; come anche spero che sia superfluo l’assicurarvi che io non mi dimentico di voi. Salutatemi caramente l’avvocato; e se mi volete bene, abbiate cura sopra tutto alla vostra salute. Addio, addio di tutto cuore. Il vostro Leopardi.

1160. Ad Antonio Fortunato Stella.
Pisa, 12 Novembre 1827.

Signore ed amico amatissimo, Risposi da Firenze alla caris- sima e amorosa sua del 18 di ottobre. Questa è per informarla che alla fine i miei amici di Firenze mi hanno fatto determi- nare a passare l’inverno, non a Roma, non a Massa, ma qui a Pisa; dove ho trovato per verità un clima temperatissimo, un vero autunno, mentre che a Firenze ho lasciato un vero inverno.