Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/191

Da Wikisource.
1194. Di Pietro Brigiienti.
Bologna 14. Xbre 1827.

Caro carissimo Giacomo. Dal Vieusseux o da Giordani avrai una copia delle Rime e Prose del Marchetti, che ti spedisco non meno a mio nome che a nome dell’Autore. Iio avuto da Recanati l’Anto- logia Parigina, senza spesa veruna. Tosto che venga l’altro libro Lcgons etc., li unirò amendue, e li spedirò come desideri. Oh! quanto, quanto, mio carissimo, mi ha consolato la tua ultima del 9. Xbre che mi annun- zia il tuo benessere e il tuo miglioramento agli occhi. Abbiti ora ri- guardo, e non li stancare con troppa applicazione. La mia famiglia m’im- pone di riverirti, e di rallegrarmi teco, anche a di lei nome della tua buona salute. Sei ben cortese a ricordarti della nostra sera di Natale. Noi davvero ne saremo sempre memori, come di una sera la più lieta, ed abbiamo ad onore insieme e a piacere di poter dire che la passammo coll’ottimo Leopardi. Chi sa se ci avverrà di trovarci più insieme. Io ne temo assai, mio egregio amico, perchè le cose mie vanno tutte al precipizio dopo quell’iniquo sequestro. Indarno ho replicato istanze. L’Arcivescovo si tiene muto, e non decide cos’alcuna. Ti ringrazio della bontà che hai di chiedermi le notizie di tale sventurato affare; incre- dibile, se non fosse vero. Addio mio caro. Amami, e ricordati di me, come di un uomo che ti adora. Chi sa dove le circostanze saranno per portarmi; ma in qualunque luogo, mi seguirà la dolce memoria delle tue virtù, e della tua amicizia. Addio, con i saluti e i doveri più distinti della famigliuola.

1195. Di Monaldo Leopardi.
Recanati 15. Decembre 1827.

Carissimo Figlio mio. Fio ricevuta la cara vra delli 3. corr.e e se voi non ricevete più spesso Lett.c mie, ciò non accade perchè mi sia molesto lo scrivervi, che niente mi piace tanto quanto il trattenermi col mio caro figlio; nè perchè voi mi scriviate tanto di raro, ciò che mi dispiace senza pun-