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Di Monaldo Leopardi. |
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Recanati 23. Maggio 1828. |
Mio Caro Figlio
Alli 18 di questo mese ricevetti la cara vra delli 14. Nelli tre ordi-
narsi successivi non ho ricevuta altra Lettera vra e ciò mi tiene in gran-
dissima pena. Dopo quella da me scrittavi con la data delli 2. corr.c
e che in verità scrissi alli 6. per prepararvi con essa al colpo fatale che
aveva squarciato il nostro cuore, scrissi nello stesso giorno 6. al Cav.1
Rossi pregandolo di recarvi l’annunzio funesto con qualche modo pie-
toso. Di poi ho scritto a voi altre due Lettere, ma tutto rimane senza
riscontro. Potete immaginare quanto ne sono afflitto, e potete imma-
ginare quanto sia sensibile il cuore di un Padre già ferito con tanta
piaga. Iddio mi conforti presto con li vri caratteri.
Noi grazie a Dio stiamo bene, e particolarm. la Mamma vra di cui
particolarmente chiedete. Essa vi benedice con me. Iddio vi benedica
tutti, e dandoci forza per obbedire alla sua volontà in questa terra ci
prepari a riabbracciarci ed amarci tutti eternamente nel Cielo.
Il vro Affmo Padre.
Noi abbiamo messo il velo nero al cappello, e sigilliamo le lettere
col nero.
[Pisa, Di Casa 25 Maggio 1828.] |
Stimatissimo Signore.
Domattina, Lunedì 26 Maggio, sarò da Lei a ore 10 e mezzo per
andare insieme a sentire l’orazione che pel suo ingresso leggerà il prof.
Rossi. Mi confermo suo affezionatissimo
G. Cioni.
Di Casa 25 Maggio 1828.