Ho fatto vedere il suo libretto anche a Giordani, che lo ha
lodato molto. Io gli ho lasciato supporre che quei testi fossero
antichi, ed egli non ha trovato difficoltà a crederlo.1
Spero che a quest’ora Ella godrà la compagnia della famiglia
Antici, la quale mi lusingo di rivedere anch’io quest’anno.
Intanto la prego a rinnovarle i miei saluti cordiali.
Dalle mie de’ 17 e de’ 24 Giugno avrà veduto che la mia
salute presentemente, grazie al Signore, non è cattiva. E ben
vero che mi bisogna una gran cura, per la gran facilità che ho
di riscaldarmi: ma purch’io viva da poltrone e senza far nulla,
sto sufficientemente bene.
Mi ami, caro Papà, e mi continui le sue nuove, e quelle della
Mamma e dei fratelli, che saluto coll’anima.
Il suo amorosissimo Giacomo.
1299. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed amico amatissimo, Ella ha fatto benissimo ad
aver riguardo alla sua salute, e perciò a tralasciare il viaggio di
Toscana, che con questo caldo avrebbe potuto incomodarla. Ma
ciò non toglie che tutti i conoscenti di qui, come Vieusseux,
Tommasèo, e principalmente io, non siamo dolenti di veder
delusa la speranza che avevamo avuta di riabbracciarla, e di pas-
sar qualche tempo con Lei. Io fin dal principio del mese scorso
aveva pronta la Crestomazia poetica, lusingandomi di conse-
gnargliela in presenza. Con questo medesimo ordinario la spe-
disco per la posta (gratis) al signor Moratti, pregandolo d’inol-
trarla subito a Lei. Vi manca la prefazione, per far la quale io
aspettava di aver parlato seco, e veduto se Ella avesse avuto
qualche osservazione in proposito. Ora aspetterò che Ella vegga
il ms. e mi scriva se ha cosa alcuna che desideri accennata nella
prefazione; poi la farò tosto e gliela manderò. La Crestomazia