Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/345

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dopo che ci avevate lasciati (so che vi ha scritto): fresco, grasso, con- tento assai, c’è ritornato quel che sempre fu e sempre sarà, il più ama- bile e divertente degli oziosi. I miei lunedì gli porsero già occasione di far brillare il suo spirito con alcuni forestieri interessanti: vi nomi- nerò i signori Duvergier di Iiauranne (del Globo)-, De Si. Aignan;1 Visconte Beugnot, Conte Jaubert, tutti figli o parenti di deputati o pubblici funzionari. Anche il buon Missirini è venuto a rallegrarci: ho trovato in lui il vero tipo dell’Arcadico, il bello ideale di quella razza di accademici. A proposito dell’Arcadico,2 avete voi letto l’ul- timo dei fascicoli decorati di un tal nome? miserabil quanto mai. Il buon Lampredi ci ha inserito la prova dell’èsser egli caduto nell’in- fanzia. Vedete quelle parole del Betti intorno al Monti. Cosa diranno quando verrà fuora il mio fascicolo di Ottobre, nel quale ho compreso l’articolo sul Monti? Questa necrologia sotto la penna del Tommasèo, è diventata una storia letteraria del gran poeta; ma scritta con tale fran- chezza e severità, e direi con tale coscienza, da malcontentar tutti, fuorché il piccolo numero degli uomini imparziali, fra’ quali, spero, sarete. Lo scandalo sarà grande, grandissimo: gli urli di Milano e Firenze terribili. Se me ne verrà biasimo, se mi sarò ingannato, non avrò scusa, imperocché non ho consultato anima vivente; potrei arguire però che se quelli cui toccava prender la penna in quest’occasione, Gior- dani, Niccolini, Montani, avessero voluto servirmi, avrei lasciato far loro; mentre mi sono conciliato col Tommasèo. Basta, vedremo fra pochi giorni, che effetto produrrà quel lavoro che a me sembra assai ben fatto. Del resto, aspetto dalla vostra amicizia un parere schietto e senza verun riguardo: ve ne sarò tenuto. Forti è tornato, pien di zelo per VAntologia. Montani s’immerge sempre più nei trastulli filodrammatici, dimen- ticandosi affatto i suoi ed i miei interessi, che in fondo dovrebbero e potrebbero essere i medesimi. Caro amico, vedete di partorirmi queU’Omero,’ da me tanto desi- derato, e che sarà dal pubblico tanto gradito: e dopo l’argomento greco non trascurate il romano. Del resto se vi piace di occuparvi di questo prima di quello, a me è indifferente; qualunque cosa mi mandiate farà onore, e grande, all’Antologia. Gino Capponi è tornato a Varramista, non senza impormi di salu- tarvi e di manifestarvi il dispiacere di non esser stato a tempo di abbrac- ciarvi. Avete i saluti di tutti gli altri amici. Col Ciampi è finito tutto, non l’ho mai più riveduto.