zio a Pitti, durante la comparsa fatta dal Granduca; il quale Gran-
duca, è stato applaudito per ben tre volte quando fu al teatro - que-
sti applausi sono dovuti al bel motu proprio che ordina il prosciuga-
mento della maremma Grossetana, a spese del pubblico erario
Addio ed amatemi
Vieusseux
1411. |
Di Pietro Giordani. |
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[Firenze] 1. gennaio. [1829] |
Mio caro. Ti mando una lettera di Colletta. Ti scrissi il 2. e il 18.
dicembre. Ma di te non ho altro che quella del 30 novembre,2 che mi
venne da Piacenza. Pregoti che non vogli lasciarmi tanto tempo senza
tue nuove. E per non faticare i tuoi occhi potresti ben pregare Carlo
o la buona Paolina (i quali saluto cordialissimamente) a farmi per te
grazia di qualche riga.
Vieusseux non mi ha dato il Manno;3 dicendo che lo aveva spe-
dito a te cogli altri libri tuoi. Or come si fa? Addio caro; abbi cura
della salute; ma sopratutto procurati qualche divertimento, se puoi.
Ti abbraccio con tutto il cuore senza fine. Addio addio.
1412. |
Di Pietro Brighenti. |
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Mio carissimo: Non ti sorprenda se oggi solamente rispondo alla
tua preziosa letterina del 28. novbfe. Fui a Firenze, quindi a Modena,
e stetti in giro qui e là sperando di negoziar libri, ma pur troppo inu-
tilmente. Il commercio librario è annientato, e ciò mi ha posto in cru-
delissime angustie. Da molto non mi sono trovato in siffatte strettezze,
e ti giuro che provo un affanno continuo. Io dimetterò stamperia e
negoziazione di libri: merce inutile in Italia, dove si vogliono cibi,
e cavalli, e tutt’altro che serva ai bisogni e ai piaceri del corpo; esclusi
quelli della mente, a cui niuno o si pochi pensano che i libri già soprab-
bondano.