Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/377

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mi commuove come se mi fosse inaspettata. Vedendo tanta amo- revolezza per me in una persona qualunque, non potrei a meno di provarne un gran contento; pensate ora vedendola in un vostro pari. Quando scrissi all’Adelaide quelle poche righe dell’impiego, io sapeva bene che voi avreste potuto moltissimo in favor mio, anche nella situazione in cui vi trovavate allora: molto più veggo che potrete al presente nel vostro nuovo stato; del quale mi ral- legro vivissimamente per voi, perchè lo giudico molto conve- niente e vantaggioso alla quiete e alla dignità vostra; ma mi dolgo tuttavia per questo Stato e per la povera Bologna; che perdendo voi, perde, si può dire, l’Università. L’offerta che mi fate di venire a vivere insieme con voi, mi è tanto dolce e lusinghiera che senza pensar altro, fin da ora, colla maggior gratitudine del mondo, io l’accetto: intendendo però che questa mia accetta- zione non obblighi voi, se non quanto la cosa si troverà conci- liabile colle circostanze e col comodo vostro al tempo, in cui essa si potrà effettuare. Giacché, quanto al tempo io non potrei determinarlo per ora. Usando della confidenza che voi mi con- cedete, vi dirò, ch’io non posso più dare alla mia famiglia que- sto carico di mantenermi fuori di casa. Da altra parte non posso nè anche vivere in questo infame paese, sepoltura di vivi. Però accetterei volentieri un impiego. Sperar di trovarne qui nello stato, è inutile: perchè non ostante ripetute e solennissime pro- messe fatte dai due passati segretarj di Stato, anche a ministri stranieri, che avevano insistito efficacissimamente in mio favore, non si è ottenuto mai nulla. Accetterei dunque un impiego fuori di stato; e se a Parma se ne potesse ottenere, verrei molto volen- tieri a stare a Parma. Con una speranza prossima di provvisione verrei in qualunque modo. Ma senza alcun fondamento simile non potrei facilmente risolvermi a venire in autunno, colla neces- sità di passare in Parma, impiegato o non impiegato, tutto l’in- verno (e un inverno rigido); perchè, cominciato il freddo, la mia salute non mi permetterebbe di rifare il viaggio fino alla prima- vera. Eccovi esposta la mia condizione. Del resto io ho un desi- derio vivissimo di riabbracciarvi il più presto ch’io possa: e vi prego e confido, che, quando sarà tempo, vogliate adoperare