Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/387

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n.° 97. e questo lo riceverete in breve - dell’uno, e dell’altro sentirò con piacere ciò che pensiate. Il Rosini non ha ancora dato fuore il suo romanzo: pretendesi voler egli aspettare l’annunzio di una traduzione francese che se ne va facendo;1 ed è probabil che anche Y annunzio francese si fabbricherà in Pisa. Altre novità letterarie non abbiamo: le mie conversazioni sono state e sono tuttavia languidissime: profes- sori e letterati italiani d’altre provincie d’Italia non ne sono comparsi quest’inverno a firenze: Orioli, che doveva venire, non si è mosso. Il conte Paoli2 è rimasto a Pesaro; ma egli ha fatto meglio che di venire, egli ha portato a conciliazione solenne i contendenti per la que- stione della nuova dottrina medico-italiana; il Bufalini e l’Orioli sono tornati amici, ed il Tommasini potrà smettere di combattere. - Un corriere straordinario venuto al conte di Bombelles ci recò giorni sono la nuova della morte del Pontefice - ora stiamo tutti cogli occhi rivolti al prossimo conclave -. - Gino Capponi vuole andare a Roma - gli altri amici Giordani, Montani, Forti, Tommaseo sono al solito. Cioni è sempre a Pisa - Pieri5 è arrabbiato perchè le sue poesie non sono lette -. - Mio caro amico, volete voi ch’io vi mandi per la posta i bullettini di Ferussac?4 in quel caso ditemi sino a qual numero gli avete letti. Non oso rammentarvi Omero e Niebuhr; e neppure il cav. Man- no basta che voi sappiate quanto io brami un primo vostro arti- colo... Ma torniamo agli amici. Ilo dimenticato parlarvi d’Alessandro Poerio: non lo vedo quanto desidero; ed il suo padre poi non l’ho veduto sarà un secolo. Del teatro non vi dirò nulla, perchè non ci vado mai; ma, da quel che pare, non ci è nulla di buono quest’anno a firenze. Continuano i piaceri carnevaleschi, e pei fiorentini è un vero deli- rio - Caro amico, se voi foste in firenze, passeremmo divinamente le nostre serate senza curarci di tutto quello strepito, e ridendo alcuna volta a spese di quei sciocchi che corrono dietro alle maschere. Addio, amatemi sempre, guardatevi, e combinale le vostre cose in modo da poterci tornare al primo sciogliersi delle nevi - Ma, in ogni caso, scri- vetemi due righe, e ditemi che pensate qualche volta al vostro aff p[er] la vita Vieusseux 18 febb. 1829