Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/393

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1440. A Pietro Colletta.
Recanati Marzo 1829.

Mio caro Generale Certo, se io tornerò a Firenze, e voi vivrete in città, saremo insieme moltissimo, e quasi convivremo. Oh, voi mi date pure una bella speranza. Ma per ora (perdonatemi) non voglio spe- rar nulla, per non rischiar di cadere da troppo grande altezza: e poi sono assuefatto a sperar poco bene, e di rado trovarmi ingannato. Nella vostra Storia, non veggo che servigi io vi potessi prestare, altro che pedanteschi. In questo genere vi servirei volen- tierissimo; e per abbreviare a voi la fatica e scemar la noja, farei tutto quel che voleste. Io non vi desidero altro che buona salute e buona volontà: che voi siete in tempo, non solo di terminare la vostra opera, lavorando ancora a tutto agio, ma di vederne e sentirne e goderne la fama lungamente. Della civiltà, son con voi: e se dico che resta ancora molto a ricuperare della civiltà degli antichi, non perciò intendo negare, nè anche volgere in dubbio, che la moderna non abbia moltissime e bellissime parti che l’antica non ebbe. Il trattato Della natura degli uomini e delle cose, conterrebbe le questioni delle materie astratte, delle origini della ragione, dei destini delPuomo, della felicità e simili: ma forse non sarebbe oscuro, nè ripeterebbe le cose dette da altri, nè mancherebbe di utilità pratica. Seguita la notizia de’ miei Castelli in aria. Storia di un’anima. Romanzo; che avrebbe poche avven- ture estrinseche e queste sarebbero delle più ordinarie; ma rac- conterebbe le vicende interne di un animo nato nobile e tenero, dal tempo delle sue prime ricordanze fino alla morte. Caratteri morali. Paradossi. Non quelli di Cicerone, nè quei del Zanotti,2 nè di quel genere: più lontani dall’opinione, e non meno veri. Lezioni, o Corso, o Scienza, del senso comune. Cioè del modo più naturale, più ragionevole e più retto, di pensare intorno alle