1035. |
Ad Antonietta Tommasini. |
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Recanati 29 Dicembre 1826. |
Signora ed Amica pregiatissima
Sono pur troppo vere le considerazioni generali che Ella fa
nella sua graziosissima lettera sopra la trista condizione degli
uomini, ma non so quanto si possa approvare l’applicazione par-
ticolare che Ella ne fa. Io più ragionevolmente posso dolermi,
tanto perchè perdendo il poter esser con Lei, ho perduto vera-
mente un piacere; quanto perchè qui non ho altra compagnia
che me ne consoli. Ma io sono tornato in patria non per altro che
per fuggire il freddo, e al primo tempo partirò subito di qua,
e tornerò, non so se a Bologna, o certo in luoghi più vicini a
Lei; dove la speranza e la possibilità che avrò di rivederla saranno
molto più prossime. In questo mezzo mi consolerò col pensiero
che Ella conservi non discara memoria di me, come conosco dalle
espressioni gentilissime della sua lettera, delle quali la ringra-
zio senza fine. Mi ricordi, la prego, e faccia mille singolarissimi
complimenti in mio nome al suo celebre consorte, del quale desi-
dero e confido di potermi vantare di posseder l’amicizia. Simil-
mente i più cordiali ed affettuosi saluti ai suoi figli amabilis-
simi e pregiabilissimi. Mi comandi, chè poche altre cose mi
potrebbero esser più grate che il piacere di servirla dove io valessi;
e mi creda costantemente quale Ella merita che sia ogni qua-
lunque persona che conosca le sue doti
Suo devotissimo ed affettuosissimo servitore ed amico Giacomo Leopardi |
1036. |
Di Pietro Brighenti. |
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Bologna 3. Gennaio 1826 [ma 1827] |
Carissimo Giacomo. Non ho tempo che per iscriverti poche linee
in risposta della tua preziosa lettera avuta coll’ultimo corriere.