Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/438

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prire la verità: giacché ogni riguardo estraneo offusca l’intelletto. Luciano2 (che vuole vendere) pieno dell’entusiasmo troppo naturale per quello che scopriamo o troviamo, ci vede l’arte primitiva di Vetu- lonia, poco dopo la guerra di Troja, anteriore all’arte greca: e Amati si ostina di leggere da YOCIC, HT«1»CIC niente meno che ZEYSIC, col mezzo della scala seguente di ZYOCIC, ZYEIC, ZEYHIC, e chiama in ajuto il sentimento italiano per fare ostinati ancora gli altri di vedere qui una pruova dell’anteriorità della coltura italiana. Gli altri poi che ne scrivono sono presso a poco ignoranti, e tanto più gridano. Noi ci proponiamo di non entrare in controversie, ma dire semplicemente la nostra opinione. Quello che desideriamo è che tutti gli Italiani, e particolarmente i Romani considerino l’Instituto come una impresa nazionale, ajutata dalle corrispondenze e communicazioni di coloro che amano il suolo e venerano il genio italiano. Sò che Ella renderà giustizia ai nostri sentimenti, e mi lusingo che vorrà ajutarci coi suoi lumi. Bor- ghesi si è offerto per la numismatica e l’epigrafia latina. - Non vor- rei con ciò pregiudicare il giornale del Cav. Niebuhr, il Museo Renano, che in suo nome La pregai l’anno passato di onorare colle Sue com- municazioni: ma lo scopo dell’uno e dell’altro è tanto diverso che Ella potrà facilmente decidersi a cui darà la preferenza per un dato articolo. Aspetto il quarto Fascicolo del Corpus Inscript. Graec. e la tradu- zione francese della Storia Romana. Se debbo rinunziare alla speranza di vederla a Roma, mi consolo almeno di pensare che i suoi occhj si trovano in uno stato migliore, e che la casa paterna abbia in genere avuto una influenza benefica sullo stato della sua salute. Ebbi l’onore di vedere il Signor Suo padre, e La prego di presentargli i miei com- plimenti. Mi faccia vedere frà poco alcune Sue righe, e mi creda costan- temente

Suo attaccatissimo amico e servitore
Bunsen

Ho veduto dal Sig. D.rc Nott l’interessante novella di Bursoni di Gubbio, Fortunatus Siculus, scritta nel 13x2. L’originale è quanto sò inedito, nella Laurenziana. Era per me una cosa nuova di vedere una storia poetica di quattro individui implicati nella Vespere siciliana, scritta 40 anni dopo l’avvenimento: come se ora si scrivesse una Sto- ria di 4 emigrati nel 1793: solamente che ci sarebbe meno poesia e più pretensione, e forse con tutto ciò meno verità riguardo al carat- tere de’ tempi. Formerà stampato un volumetto in 8.°