Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/491

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1529. A Monaldo Leopardi.
Bologna 4 Maggio 1830.

Mio caro Papà Arrivai qua ieri,1 ma non a tempo per iscrivere. Sto bene, e il viaggio (fuorché agli occhi e alla testa) mi giova tanto, che mi pare il mio stato naturale. Il povero Schiavone mi ha ser- vito benissimo: è un buonissimo uomo, da farne tutto quel che si vuole. Saluto, abbraccio tutti. Quante infinite cose mi con- vien tacere per questa mia impossibilità di scriverle. Il suo Giacomo Non so ancora quando partirò da Bologna. Ella diriga pur qua per ora. Angelina riverisce tanto tutti. Ho la cara sua dei 30.2 Quanto al Gamba, vedrò di qualche altro mezzo, perchè Schiavone, non avendo le carte in regola, dovette lasciarmi a Faenza.

1530. A Monaldo Leopardi.
Bologna 8 Maggio [1830]

Mio caro Papà Piacendo a Dio, partirò domani per Firenze. Non sono stato dal Cardinale, parte p[er] pigrizia, parte perchè sono stato occu- pato. Desidero con impazienza le nuove loro, e quelle del Zio Carlo. Qui ed altrove mi è stato parlato con lode del suo F. Gio.m, e dimandato se continuerebbe. Io non ho mai tradito il segreto.1 Il suo Giacomo