1583. |
Di Ferdinando Maestri. |
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Amico Dilettissimo!
Mentre desidero io, e desideriamo tutti i cari vostri caratteri, ci
riesce pur sempre dolorosissimo il sentire che la vostra salute è ostina-
tamente inferma, e il vivere penosissimo. Quanto mi sarebbe caro, che
Tommasini potesse vedervi; e se le scuole, che cominciano tra breve,
non lo impedissero, verremmo tutti volontieri ad abbracciarvi. Dico
tutti, perchè tutti siamo ora a Bologna, cioè Tommasini, l’Antonietta,
l’Adelaide, e i ragazzi. Ne partiremo ai tre, o ai quattro di 9brè. Quanto
ai vostri Canti, mandatene le cento copie a me a Parma: chè io vi farò
il commissionario; e vi risparmierò di spese più che sarà possibile. Fini-
sco, per non darvi la pena di leggere molto, coll’abbracciarvi caramente,
a nome anche dei sopraddetti, e facendo voti per la vostra guarigione.
Salutate Giordani, salutate e ringraziate il bravo Montani per conto
della S.“ Antonietta. Addio, mio carissimo.
Maestri vostro
1584. |
A PlERFRANCESCO LEOPARDI. |
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[Firenze] 30 Ottob. [1830] |
Fatemi grazia di spedirmi subito subito per la posta due copie
delle mie Annotazioni sull’Eusebio, ec. Deve servire p[er] uno
che parte p[er] Parigi a momenti. Addio addio. Io sto passa-
bilmente. Spedite a Firenze.
1585. |
Ad Antonio Ranieri. |
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[Firenze] 30 Ottob. [1830] |
Mio cariss. Avrai camera nel mio piano, per poco prezzo.
Vivine sicuro, e puoi smontar qui se vuoi.
Il tuo Leopardi