Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/604

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Quest’oggi spedisco al Capobianchi l’Ant.3 di Agosto, la quale gli perverrà fra una settimana. L’ultimo art.° di questo fascicolo vi pro- verà che vanno sempre crescendo i pensieri per portar avanti con decoro la mia intrapresa, e che non mancano b. f. che vorrebbero sconcertarmi. Riguardo alle prelature e cappelli, siate tranquillo - nessuno ne parla sul serio - ma senza prelatura e senza cappello tutti vorrebbero vedervi capo della pubblica istruzione degli stati pontifici. Addio, carissimo. Vostro aff. am. Vieusseux

1672. Di Antonietta Tommasini.
[s.d., ma Bologna, fine di ottobre o inizio di novembre 1831]

Caro Amico Ho sentito con sommo piacere che vi siete recato a Roma la qual cosa mi prova che voi siete in uno stato di salute discretamente buono. Vi sarà consolazione il trovarvi in mezzo a tanti monumenti della nostra antica grandezza. Quali memorie! quali desiderii! ma non vorrei che questa lontananza mi privasse più lungamente delle vostre notizie. Datemele, e sollecitamente quanto più potete, e frequenti, e buone. Niuna cosa desidero maggiormente di questa. Ora debbo dirvi, venendo agli associati alla stampa dei vostri canti, che io vi ho spediti i loro nomi, i quali erano numerosi, e totalmente ne ho smarrito l’elenco. Sono quindi dolente, che siano andati perduti. Ad ogni modo spedite a Parma quel numero che credete di copie: che io cercherò, che ne acquistino. Ho letti quei canti de’ quali alcuni li conosceva già, e li ho trovati divini; e così tutte le persone dotte di questa città li ammi- rano come parto di altissimo ingegno. La profonda filosofia, di che sono sparsi è anzi malinconica, che no, ma nuova e pur troppo vera. Io mi congratulo con voi, e colla nostra Italia che produce uomini della vostra qualità, ed altrettanto mi duole, che il secolo ignorante, ed ingiu- sto non li riconosca e non gli onori. La lettera, che precede ai canti, ne è tristissimo argomento, e non la posso leggere senza lagrime. Questi miei sentimenti sono comuni a mio marito e ai miei figli, i quali vi salutano carissimamente. Giordani anch’esso vi saluta di cuore. Addio. La vostra aff.”* amica Antonietta Tommasini