rani farai mille e mille saluti; dicendogli che a’ 15. novembre mandai
per lui un biglietto alla nostra Signora Carlotta a Firenze. L’ha avuto?
Non è stato mio pensiero farmi di roma un domicilio; ben vedendo
che non può convenire. Bensì ho desiderato e desidero di potervi star
qualche mese, per vedere gli amici, e le tante cose belle che vi si sono
fatte da vent’anni in qua. Io ti ringrazio molto e molto della cura che
hai avuta d’informarti. Io starò aspettando tempi un po’ migliori; e ve-
drò se potessi soddisfarmi di questo mio lungo e sempre vivo desiderio.
Puoi tu farmi sapere che cosa sia da prevedere per fine di quest’im-
brogli tra il governo e le provincie? E cosa ben disastrosa (per quanto
io posso imaginare) lo stato presente: ma il fine qual’è probabile che sia?
Addio, Giacomino amatissimo: ti abbraccio e ti bacio e ti amo con
tutta l’anima. Addio addio.
[Di Pisa 28. Dicembre 1831.] |
Illustrano Sign.r Conte
Me felice, chè mi si presenta sì bella occasione di poterle palesare
il mio affetto e la stima che ho sempre nutrita per lei fin da quando
le sue impareggiabili opere pervennero a mia cognizione. Ma che dirò
poiché ebbi Pinvidiabil fortuna di conoscer personalmente il più grande
de’ Lirici italiani, il primo luminare della nostra letteratura, siccome
a buon diritto ella è stata già da gran tempo salutata da tutta Italia?
troppo breve, è vero, fu il piacere di godere della sua amabile compa-
gnia ma pure posso darmi vanto di averla goduta e me fortunato se
potrò sì belli momenti riavere.
Ora pertanto mi son fatto un dovere in occasione del nuovo anno
di augurarle tutte le prosperità che ella desidera, certo che questo sarà
voto ancora di tutti gli altri Italiani per chi tanto di gloria e d’onore
ha recato alla loro, ahi troppo, sventurata patria ma nonostante madre
sempre feconda di straordinarii ingegni, siccome in Lei certamente ne
mostra indubitabile esempio. Della Signoria vostra
Umilmo Devotmo Servitore
Oreste Raggi
Di Pisa 28. Dicembre 1831.