Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/637

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perare, se non in tutto, almeno in buona parte, il tuo vigore antico. E ciò dico, non per lusingarti di una vana speranza, ma perchè mi par certo, non che probabile, che cessate, o grandemente scemate le tue indisposizioni, da cui procedeva l’impossibilità di meditare, e di stu- diare, l’ingegno ti si debba risvegliare e aver luogo in te un nuovo risor- gimento, non già poetico, ma vero, ed effettivo. Sì, mio caro Leopardi, io ho una ferma fiducia, che tu vivrai ancora lungamente, non solo agli amici, ma alle lettere, e alle dottrine, e potrai colorire alcuni de’ tuoi disegni, e specialmente quello di pubblicare un ristretto, e come una mostra delle tue opinioni filosofiche sugli uomini, e sulla natura, compartita in brevi componimenti, a uso delle operette morali già divul- gate. Io mi ricordo che me ne parlasti in Recanati, e voglio sperare, che tu conservi ancora quella parte de’ tuoi manoscritti, che spettano alla filosofia, e abbi in animo di attendere tu stesso a renderli di pub- blica ragione. Dico questo, per avere testé inteso dal Peyron, che ne avevi rimesso una parte al Sig. Sinner, editore del lessico di Enrico Stefano, che si sta pubblicando in Francia. Io credetti da principio, che questi fossero spogli di autori, e farraggini di erudizione greca; ma ritraendo da esso Peyron che li vide, esservi gli abbozzi, e i mate- riali di alcune opere dottrinali, e fra le altre cose di un trattato sugli errori degli antichi, sto mezzo in dubbio, che tu, disperato interamente di poter riavere la facoltà di studiare e di scrivere, non abbi alienate le memorie, e gli schizzi di tutte le tue opere. Nel qual caso, io mi dorrei grandemente a nome di tutti gl’italiani, di questa tua disposi- zione, e bramerei sapere, se almeno si può sperare che il Sinner sia per cavare da quelle tue scritture, e dar fuori colle stampe la compila- zione di una qualche opera, che ti notifichi al mondo come filosofo, secondo che sei già noto e celebre come poeta. Ma a proposito delle tue poesie, sappi che, la fama c il gusto di esse va sempre più crescendo in queste parti con doppio utile degli studiosi, che vi apprendono a sentire nobilmente, e a ritrarsi, in ciò che spetta allo stile e alla lin- gua; dalle licenze e innovazioni manzoniane. Da principio i nostri cen- sori si mostrarono difficili a lasciarle introdurre; e vendere in pubblico; ma furono acquetati, e persuasi dalle approvazioni delle medesime, che accompagnano l’edizione di Bologna. Ultimamente il nostro Pomba ne ha inserite sei nel suo Raccoglitore, e sono i canti i. 2. 7. 10. 18. e 22. della ristampa di Firenze. Te ne manderò una copia colla prima occasione di qualche amico che venga costì; e riderai a leggere un nome