Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/712

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saprai, a Civitavecchia, e l’altra sera parlai colla commissione medica mandata da Roma a complimentare il cholera a Parigi, la quale ci promette la venuta del morbo in Italia: predizione di cui ridono i medici di qui, perchè non ci credono: ed io rido con chi crede e con chi non crede. Addio, Pilla mia. Bacio la mano al Papà e alla Mamma, e abbraccio Carlo e Pietruccio.

1784. Di Gian Pietro Vieusseux.
[s.d., ma Firenze, dopo l’agosto 1832]

A. C. Tenetevi pure gl 'Inni del Mamiani per leggerli, ma non pen- sate altrimenti a far l’articolo. Mi rammento ora che il Montanari mi scrisse pregandomi di lasciarglielo fare. Quando vorrete poi vi man- derò il Museo Borbonico. Frattanto eccovi altri libri.

1785. A Pietro Giordani.
[Firenze] 6 Settembre [1832]

Ti ringrazio cento e cento volte della tua de’ 21 di agosto. Carlo e Paolina ti rammentano sempre e ti si raccomandano. Il povero, come altri dice, o, come dico io, il felicissimo Enrico terminò il dì 26 del passato la sua corta vita. Studiare, bere, fumare e usar con donne l’hanno prestamente consumato, e ridotto a perire dopo due mesi di malattia non penosa. Savis- simo nella pratica, e fortunatissimo fra mille giovani! Non par- lerò mai della sua sorte senza un’infinita invidia: se bene sono certissimo che, avvedutosi della morte vicina, egli volentieri avrebbe cangiato il suo stato col mio: tale essendo la pietosa dispensazione della Provvidenza, che i veri e massimi beni non toccano se non a quelli che li credono mali e gli abborrono. Non è impossibile che fra pochi giorni io parta di qua per Napoli. Ma ti prego a tener questa cosa secreta, massime se scrivi