Oggi non ho lettere di Napoli. Voi immaginate il mio stato. Mi
raccomando alla gentilezza del vostro cuore.
Vostro affettuosissimo servitore ed amico.
G. Leopardi
Firenze 20 Dicembre 1832
1813. |
Ad Antonio Ranieri. |
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Ranieri mio caro. Crederai tu che le tue lettere de’ 15, 18 e
201 mi giungono tutte insieme oggi? di modo che dopo la nuo-
va della tua malattia datami dalla tua pietosa sorella, sono stato
una settimana senza tue notizie? Non ti dico altro, non ti dico
neppure immagina. Chi può immaginare al mondo la qualità di
questa settimana di morte? Oh Ranieri mio, Ranieri mio, un trop-
po gran bene, com’è la tua amicizia deve costare straordinarii
dolori. Ed ora tremo che tu non ti abbi cura bastante, e ti dia
troppa fretta a partire, in questa stagione fredda. Vedi, Ranieri
mio, poiché noi dobbiamo ricongiungerci in eterno, volendo io poi
seguirti in qualunque parte di questo o dell’altro mondo, vedi di
non impedir tanto bene colla precipitazione. Ringrazia infinite
volte la tua pietosa sorella dell’angelica bontà che l’ha mossa a
scrivermi le tue nuove: a lei raccomando di non lasciarti partire
se non bene ristabilito. Addio, mio solo e non compensabile
tesoro, addio senza fine. Non ho veduto la Pelzet, e non la vedrò,
credo; non essendo verisimile ch’ella venga a trovarmi.
1814. |
Di Giovan Battista Mabeli.ini. |
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[Parigi (rue Pérou, n.° 24) a’ 25 di Dicembre, 1832] |
Illustrissimo Signore,
L’intima soddisfazione che provai nel leggere le sue Operette morali,
fu tale che non posso fare a meno di manifestargliela. Ch’io le scriva