Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/791

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difesa la loro causa. Ma gli uomini sono sempre e dappertutto uomini, cioè traditori, e vigliaccamente malvagi. Io continuo, grazie a Dio, a star benino, anche non ostante un’infame sta- gione che qui si è messa, dopo una terribile esplosione del Vesu- vio, che la sera del primo di questo mese spaventò tutta la città. Mi raccomando alPamore della Mamma, a cui bacio la mano con tutto il cuore, e dei fratelli, che abbraccio teneramente, invo- cando vicino il giorno di rivedermi tra loro. Se qualcun altro costì si ricordasse di me, la prego di salutarlo da mia parte. Ella mi tenga ricordato e presente soprattutto a se stessa, e preghi per me, che con tutti i sentimenti dell’animo le bacio la mano, chiedendole la benedizione. Mia cara Mamma, Carlo, Paolina, Pietruccio, vi prego a voler bene, e qualche volta scrivere al vostro Giacomo, il quale è poco forte degli occhi, ma non poco amoroso di cuore.

1900. Ad Antonietta Tommasini.
Napoli 2 Maggio 1835.

Mia cara Antonietta. Ricevo da madama Uccelli le vostre gentili querele del mio lungo silenzio. Da che risposi l’ultima volta all’Adelaide, io sono stato sempre incertissimo del dove mi sarei trovato la settimana appresso, e però del luogo dove avessi dovuto pregarvi d’indirizzarmi le vostre nuove. Sappiate poi che da che sono in Napoli, non ho ricevuto da Parma altra let- tera che una dell’Adelaide, a cui risposi; e poi un’altra della mede- sima e di Ferdinando, dove parlano di più lettere vostre e loro, tutte perdute. Ho avuto sì bene l’elegante e nobile elogio del Mazza, scritto da Ferdinando, il quale vi prego di ringraziare caramente del dono, e fargliene le mie sincere congratulazioni. Io starò qui forse ancora tutta la state. Dico sempre forse: ma in ogni modo scrivetemi qua, e scrivetemi lungamente, dan- domi le nuove vostre, dell’egregio Professore, del quale non mi