Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/860

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1959. Di Antonietta Tommasini.
Parma, 21. Marzo 1837.

Amico Pregiatmo. Una crudele malattia, che tre mesi e mezzo afflisse l’Adelaide, della quale ora soltanto con fondamento speriamo che s’incominci la con- valescenza; un’infermità mia, di mio marito, di Clelietta, di Ferdi- nando, furono cose, le quali, cagionando estrema debolezza al mio fisico, e dolori indicibili all’animo mio, m’impedirono fin qui d’inviarvi i miei caratteri. Col vostro bel cuore son certa che facilmente mi darete perdono del non avervi scritto prima, e vorrete con me porgere sin- ceri voti al cielo per la sollecita guarigione di mia figlia. Giordani, che vi saluta dal cuore, desidera ch’io vi manifesti un suo pensiero. Egli vorrebbe raccogliere scritture inedite di illustri autori viventi, e com- porne un libro da pubblicarsi col i.° del 38. Non so s’egli bene siasi apposto, volendo ch’io per sua parte vi pregassi, il che fo con tutta l’anima, d’inviargli qualche cosa di vostro; perciocché voi avreste cer- tamente dato più ascolto ad una sua, che a cento mie parole; nondi- manco, se mi esaudite, proverete all’evidenza che al sovrano vostro ingegno è accoppiata un’impareggiabile gentilezza. Qui si parla quasi ogni giorno di nuove poesie di Leopardi; ma niuno le ha ancor viste. Per questo dono da voi fatto all’Italia in ogni cuore [sinceramente Italiano è un contento inesprimibile, intorbidato dal solo vivissimo desiderio di vedere questi vostri scritti, e da certo senso d’in- vidia, lecitissimo in questo caso, a chi già li possiede. Si cercano da noi dappertutto, ma indarno. Vi sarei gratissima se, inviandone uno, o più esemplari uniti alla Storia di Napoli del Sig.r Ranieri, ed aD’E- ducazione, mi diceste per qual mezzo spedirvi potessi i denari di que- ste associazioni. Se poi l’Educazione non ha ancora vista la luce, vi prego ili dirmene la cagione in quelle due righe che mi dirigerete, rispon- dendomi intorno alla domanda di Giordani. Addio. Vostra affma amica Antonietta Tommasini