Pagina:Leopardi - Operette morali, Chiarini, 1870.djvu/87

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DISCORSO.

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talora pensato a ciò anche Dante: ma in altre guerre fu involto: lasciò questo campo e questo trionfo al Parini, ricco e nobile d'ingegno, ma di sangue e di fortuna sotto il mediocre. Il quale per questa massima e gloriosa utilità della materia presa al suo poetare, è compensato del dover cedere al Leopardi nell'ingegno poetico. Perciocchè la poesia Pariniana ( come l'Omerica e l'Ariostesca) è bellissima rappresentazione del mondo esteriore; nella quale anche esso Leopardi primeggia, ogni volta che gli piaccia discendervi: ma più volentieri e più spesso egli (ed unico) ha saputo fare poesia di quel mondo interiore, non meno ampio benchè meno vario, che l'uom meditante trova ne' recessi del proprio cuore: ed egli ne lo ha tratto, e fatto visibile, e gagliardamente illuminato. Ho detto lui unico: perchè Dante, che solo il poteva, consumò sforzi d'ingegno sovrumano a poetizzare una fratesca barbarie ch'era ambizione e miseria del suo secolo. Leopardi nelle prose è venuto paragonando il mondo interiore dell'uomo coll'estrinseco mondo che natura ha conceduto alla nostra spezie, e colle forme che il viver sociabile ha indotte nella sorte degli uomini. E certo sottilmente le cose umane sono da lui ponderate nei Detti memorabili di Filippo Ottonieri; severamente ma giustamente giudicate nel breve Dialogo tra Sallustio e un lettore di umanità; più amaramente, nè però con meno verità,