Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/88

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DI PROMETEO. 79 ri vano molli sogni-di abitazione umana: vestigi di cultura per la campagna ; parecch sentieri , ancorché tronchi in molti Ino ^h. , e nella maggior j arte iiijombri; alberi tagliati e distesi; e particolarmente alcune che j arevano sepolture, e qualche ossa d’ uomini di tratto in tratto. Ma non perciò poterono i due celesti, porgendo g i orecchie distendendo la vista per ogn! intorno, udire una voce nè scoprire un’ombra d’uomo vivo. Andarono, parte camm. nando parte volando, per ispazio di molte miglia*, passando monti e fiumi; e trovando da ] er lutto 1 medes: ani se^ni e la medeeima solitudine. Come sono ora deserta questi p&est 9 diceva Momo a Prometee, che mostrano pure evidentemente di essere stati abitati ? Prometeo ricordava le inondazioni de* mare, i tremuoti, i temporali, le piogge strabocchevoli, che sapeva essere orò inarie nelle regioni ca de : e veramente in quel medesimo temp o udivano, da tutte le boscaglie vicine, i rami degìi alberi che, aitati dall’aria, stillavano continuamente acqua. Se nocche Momo non sapeva comprendere come potesse quella parie essere sottoposta alle inondazioni del mare, cosi lontano di là, che non appariva da alcun Iato; e meno ntendeva per qua] destino i tre- muoti, i temporali e le pio, avessero avuto a disfare tutti gli uomini del paese, perdonando agli sciaguari, alle scimmie, a’formichieri, a’cerigoni, alle aquile, a’ pappagalli, e a cento altre qualità di animali terrestri e volatili,. che andavano pei* quei dintorni* In fine? scendendo a una valle im-

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