Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Baudry, 1842.djvu/84

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Come Aiace quel dì che di tenébre
     Cinte da Giove fur le greche schiere,
     Che di servar Patròclo alla funebre
     Cura fean battagliando ogni potere,
     Al nume supplicò che alle palpebre
     Dei figli degli Achei desse il vedere,
     Riconducesse il dì, poi, se volesse,
     Nell’aperto splendor li distruggesse;

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Così quei prodi il popolar consiglio
     Pregar che la virtù delle lor destre
     Risplender manifesta ad ogni ciglio
     Potesse in parte lucida e campestre,
     Nè celato restasse il lor periglio
     Nel buio sen di quella grotta alpestre.
     Vinse l’alta sentenza, e per partito
     Fuori il granchio affrontar fu stabilito.

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E già dai regni a rimembrar beati
     Degli amici ranocchi, che per forza
     Gli aveano insino allor bene albergati,
     Moveva quei della petrosa scorza
     Brancaforte co’ suoi fidi soldati,
     Per quel voler ch’ogni volere sforza
     Del lor padrone e re, che di gir tosto
     Sopra Topaia aveva al duce imposto.