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188 ii - paralipomeni della batracomiomachia

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     La torre di Babel di sterminata
ombra stampava la deserta landa;
e la terra premean dall’acque nata
le piramidi in questa e in quella banda.
Poco Italia a quel tempo era abitata,
Italia che al finir dell’ammiranda
antichitá per anni ultima viene,
e primi per virtú gli onori ottiene.
29
     Sparsa era tutta di vulcani ardenti,
e incenerita in questo lato e in quello.
Fumavan gli Appennini allor frequenti
come or fuman Vesuvio e Mongibello;
e di liquide pietre ignei torrenti
al mar tosco ed all’Adria eran flagello;
fumavan l’Alpi, e la nevosa schiena
solcavan fiamme ed infocata arena.
30
     Non era ai due volanti peregrini
possibile drizzar tant’alto i vanni,
che non ceneri pur ma sassolini
non percotesser lor le membra e i panni;
tali in sembianza di smodati pini
sorgean diluvi invêr gli eterni scanni
da eccelsissimi gioghi, alto d’intorno
a terra e mare intenebrando il giorno.
31
     Tonare i monti e rintronar s’udiva
or l’illirica spiaggia ed or la sarda;
né giá, come al presente, era festiva
la veneta pianura e la lombarda;
né tanti laghi allor, né con sua riva
il Lario l’abbellia né quel di Garda:
nuda era e senza amenitá nessuna,
e per lave indurate orrida e bruna.