Pagina:Leopardi - Puerili e abbozzi vari, Laterza, 1924.djvu/46

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40 I. PUERILI 11 Perché quella vecchiaccia scarmigliata, che dal popol roman vien detta Invidia, con quella bocca sua brutta e sdentata mi vieterà soltanto per perfidia di aggiunger quattro nomi alla bennata lingua, che senza aver timor d’insidia Catone accrebbe ed Ennio? Io voglio fare in questa occasion quel che mi pare. 12 Come ne’ boschi al rotolar degli anni cadon le foglie, e mutano colore gli alberi tutti, o come i grossi panni io lascio allor che la stagion migliore ver’ noi rivolse i colorati vanni e più freddo non ho; cosi l’onore perdono a poco a poco i nomi antichi, e i pomi detti un di si chiamali fichi. 13 Tutti morir dobbiamo, o venga in terra Nettuno e scacci via co’ calci il vento, o un lago, che molt’acqua in sé rinserra, util divenga e secco in un momento, e dall’aratro una molesta guerra si senta fare e la sopporti a stento, né scacciar possa quel seccante impiccio come scacciarli le mosche da un pasticcio. E nulla vai che a forza di sassate venga il maestro al Tebro a dar lezione; e, non giovando poi le bastonate, fra quattro pietre mettalo in prigione. Tutto perir dovrà: se le adottate parole un giorno nel civil sermone ora adoprar tu vuoi contro dell’uso, di tutto re, ti rideran sul muso.