Pagina:Lettera pastorale in occasione della Quaresima per l'anno 1830 (Morozzo della Rocca).djvu/20

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qui con quella caldezza di affetto che possiamo maggiore, dalla vostra Religione chiediamo, che vogliate ciò condurre ad effetto con quella pietà, dottrina, e diligenza, che voi già vi avete.

Udiste, o Fratelli, le cose che Noi più d’ogni altro costringono a vivere anco oggidì negli affanni, Noi, che per essere collocati sulla Cattedra del Prence degli Apostoli, è giusto che sentiamo lo zelo della Casa universa di Dio: hannovi altre più cose, e gravi non meno, che lungo sarebbe qui noverarle, e voi assai ben le sapete. Freneremo Noi forse la voce in cotanta necessità della Cattolica Chiesa? O rattenuti da risguardi umani, ovvero torpidi per codardia, soffriremo in silenzio che venga lacerata la tonaca di Cristo Redentore, cui osi non furono dividersi tra loro gli stessi Crocifissori soldati?1 Tolga Iddio, o carissimi, che essendo il gregge in mille guise tribolato a morte, a lui manchi l’assistenza operosa dell’amante, e sollecito Pastore. Noi certo non dubitiamo, che voi non siate per fare più ancora di quello, che or vi scriviamo, e che co’ precetti, col consiglio, coll’opra, e cogli studj non siate per promuovere que’ mezzi, che contribuiranno a favorire, accrescere, e conservare la Religione avita.

Ma in mezzo a tanta asprezza di circostanze è da pregare ora specialmente in ispirito, e con molta ed assai fervida preghiera dimandare, che, risanando Dio le piaghe


  1. S. Felice P. ai Vesc. di Oriente presso Ard. Tom. II.