Pagina:Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu/23

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lettera terza 21

non voleva che fosse sua, ma era ben certo che tutti l'avrebber creduta sua figlia. Rileggetelo, vi prego, quello schiarimento, e poi ridite, se è possibile, che Alfieri temesse che gli si dimandasse conto del testo greco. In verità che allorquando scriveste quelle righe, il sonno stava per impadronirsi de'vostri sensi. Me ne rincresce; ma se un’altra volta sentite un po' il sonno, gettate via presto la penna, e dormite subito. Noi vi promettiamo e vi giuriamo per tutti i dei marini, che vi lascieremo dormire quanto vi parerà e piacerà.

Continuate ora le vostre critiche osservazioni, e soltanto permettetemi che di tratto in tratto far vi possa qualche osservazione. Per tal modo mi risparmierete l'incomodo di riassumere le vostre proposizioni.

L'arte drammatica era vicina alla sua infanzia quando Euripide compose le sue tragedie. La semplicità nel disegno, le cose ingenue e familiari, che in quelle tragedie si ravvisano, evidentemente procedono dai costumi, la di cui ingenuità dimostra che l'umana società era in allora al principio della sua adolescenza.