Pagina:Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu/50

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48 lettera quarta

meschino e ridicolo. È dunque tale il carattere d'un rispettabile vecchio inquieto ed agitato per un figlio, ch'egli ama quanto se stesso, per una nuora adorabile che sta per perdere, per una consorte che non tiene più che a pochi fili di vita? Che far doveva egli e dire oltre a ciò che fa e dice nell'Alceste seconda? Egli non è il protagonista; e se avesse ispirato maggior interesse, l'autore avrebbe traditi i principj dell'arte sua. Feréo vorrebbe dar la sua vita per quella del figlio, e lo riprende coll'accento del cuore per gli ingiusti di lui rimproveri. Feréo nel corso dell'azione non abbandona quasi mai il disperato suo figlio, e gli tien compagnia non con ciarle vane, ma col silenzio, amico prediletto degl'infelici. E dunque puerile, e può mai esserlo l’affetto di un consorte verso la sua compagna? Feréo non fa che alcuni cenni della sua. Doveva egli non parlarne mai? Non era essa la madre di Adméto? Sarebbe forse puerile l'affetto che unisce due conjugi perchè son vecchi? No, signore, io spero, che non avrete voluto dir questo. L'amor maritale può esser tacciato talvolta di pueri-