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14 LEZIONI

d’una libbra, allora di velocità non aveva cosa alcuna, avendo poi dopo la caduta acquistato qualche velocità, questo mi pare che si possa chiamare accrescimento infinito. Il passaggio dall’esser nulla all’esser qualche cosa, suol giudicarsi mutazione infinita.

Osservisi che quando si fa questo argomento contro, e si dice, dunque doverebbe avere velocità infinita, l’avversario intende, velocità infinite volte maggiore di qualche altra minor velocità. Ma io non ho mai detto, che il momento dopo una caduta grande sia infinite volte maggiore, che il momento dopo una caduta più piccola, anzi so che questo non è assolutamente vero.

Rappresentasi con forza d’obbjezzione la difficoltà, che s’incontra nell’immaginarsi, come quei momenti infinite volte multiplicati, possano poi estinguersi in un tempo quasi istantaneo, come è quello nel quale si fa il concorso di due ferri, che si percuotono insieme. A questo risponderò, che par difficile a me ancora, ma non già impossibile. Impossibile mi parrebbe, se ciascuno di quei momenti per estinguersi volesse tempi quanti, e divisibili; ma l’estinzione si và facendo in tempi istantanei, e siccome tutto quell’aggregato di forze era nato in quattro battute di musica, io non sò perch’e’ non passa in una sola, ovvero in una mezza, o nella millesima parte di una mezza esser’annichilato.

Mentre cade un grave, ed arriva a percuotere in qualche solido, già s’è detto, ch’e’ non è possibile averlo di tal materia, che possa senza ceder punto ricevere il colpo momentaneo. Se ambedue i corpi concorrenti fossero materie cedenti, come piombo, ambedue si acciaccherebbero assai; se uno fosse piombo, e l’altro marmo, il piombo riceverebbe grandissima ammaccatura, ed il marmo poca; se ambedue fossero acciajo, ambedue patirebbero, ma pochissimo. Ora nell’ammaccarsi i due corpi concorrenti, il centro del grave percuziente con moto grandemente impedito, discenderà per qualche spazio. E il tempo, o lo spazio di questa discesa impeditissima, è quello che si dà per effettuare l’estinzione dell’impeto.

Sul principio del contatto il moto, o impeto del percuziente, è tutto vivo; dopo aver superato un quarto della detta scesa impeditissima, se ne sarà estinta parte; quando sarà à mezzo dell’ammaccatura, ne sarà estinto più, avendo avuto più


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