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funzioni additive generali e integrali multipli 343

Ora è l'area del rettangoloide limitato dall'asse delle , delle due ordinate passanti per <math<A</math> e per (cfr. fig. 41) e della curva , mentre è l'area del rettangoloide limitato dalle stesse rette e dalla curva (fig. 41). Fig. 41. La differenza del terzo membro di (4) vale quindi la differenza tra le aree dei due rettangoloidi, cioè l'area di

c.d.d.

Se è decomponibile in più campi , il contorno di ciascuno dei quali è incontrato al più in due punti da una retta (come avviene nei casi più comuni) l'integrale (3) esteso a ha un valore che, come sappiamo, è la somma dei valori corrispondenti ai campi ed è quindi ancora uguale all'area di , c. d. d. (Per semplicità escludiamo le aree , che non si possono decomporre nel modo citato).

Ne segue dubito il nostro teorema; infatti il quoziente ottenuto dividendo (2) per l'area , cioè per (3), è compreso, per quanto già vedemmo, tra ed , ossia un valore che assume in un punto di . Se dunque tutti i punti di tendono a un punto , tale quoziente tende al valore di in . perciò è la derivata di (2)</math>.

Ia Osservazione.

In modo simile col simbolo esteso a un solido si intende, se è continua, quel numero che si ottiene integrando la lungo il segmento, o i segmenti che su una retta sono determinati da <math<\tau</math>, e integrando poi l'integrale così trovato nell'area proiezione di sul piano .

Se , tale integrale è il volume di . In generale esso è quella funzione additiva di , che ha per derivata .

IIa Osservazione.

La definizione di derivata di una funzione additiva ha profonda analogia con la definizione di derivate di una funzione