Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/55

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seguire affatto in un'epoca soltanto: che nou poté aver luogo in seguito d'una pioggia di ceneri lanciate per aria dal Vesuvio: che questo preteso sotterramento dalle ceneri Volcaniche non ritrovandosi corrispondente colle osservazioni geologiche del luogo, la distruzione d'Ercolano non accadde seppure nell'anno 79, poiché tolta da mezzo la pioggia delle ceneri, cade anche l'epoca del sotterramento: e che, infine, cadendo l'epoca del sotterramento di queste due città, assegnata dalla storia, i due sotterramenti d'Ercolano o di Pompei dovettero accadere in tempi diversi, l'uno forse molto lontano dall'altro, e nessuno de' due nell'anno 79). Mi pare che gl'istorici posteriori a Plinio il giovane, i quali non ebbero sospetto alcuno delle alluvioni suddette, ed i quali aveano bisogno d'una gran cagione per esterminare le due città, ebbero ricorso all'eruzione del 79, non potendo spiegare il fatto altrimenti. Ma perché, replico, Plinio non ne parla? Il suo silenzio rende troppo sospetto quel che gl'istorici han detto posteriormente intorno all'epoca ed alla cagione delle due desolazioni. Vengo ora alla dimostrazione del mio assunto, che dal fin qui detto resta bastantemente enunciato.

Primieramente non furono le ceneri volcaniche che coprirono Ercolano, né tampoco Pompei. Questo si ritrova al disotto d'un denso strato di lapillo, fatto da pezzi di pomice e di lava, rotolati e configurati in ciottoli dalle acque, sul quale siede uno strato di terra vegetabile, fatto eziandio dall'alluvione, importando questa copertura da 10 a 15 piedi al disopra degli edificj. Ercolano, all'opposta, giace sotto