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vita di lorenzo lippi xiii

che anche senza scostarsi dal vero può l’ingegnoso artefice aggiugner di bello all’opera sua, imitando solamente il più perfetto, con vaghezza di abbigliamenti, varietà e bizzarria d’invenzione, avrebbe egli senza fallo avuta la gloria del primo artefice che avesse avuto ne’ suoi tempi questa patria, siccome fu stimato il migliore nel disegnare dal naturale. A cagione dunque di tal suo genio alla pura imitazione del vero, non volle mai fare studio sopra le opere di molti gran maestri, stati avanti di lui, che avessero tenuta maniera diversa, ma un solo ne elesse, in tutto e per tutto conforme al suo cuore: e questo fu Santi di Tito, celebre pittor fiorentino, disegnatore maraviglioso e bravo inventore; ma per ordinario tutto fermo ancora esso nella sola imitazione del vero. Delle opere e disegni di costui fu il Lippi cosí innamorato, che fino nell’ultima sua età si metteva a copiarne quanti ne poteva avere de’ più belli: ed io lo so, che più