Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/198

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192 iii - rime

     E’ mi s’agghiaccia nelle vene il sangue,65
quand’or meco ripenso
la dura vita perigliosa e ria,
e come quasi perde ciascun senso
chi un venenoso angue
passando calca in mezzo ad una via;70
che poi vie piú che pria
teme, giá sendo del pericol fòre,
non conoscendo il mal allor quand’era;
e quella crudel fèra,
la qual calcato avea con franco core,75
rimira con maggiore
temenza giá sicuro;
cosí riguardo il mio viver indrieto,
rigido, impio, aspro e duro,
né so ben qual son piú, pauroso o lieto.80
     Canzona, poi che abbiam mutato stile,
non far l’usata via,
conforta a libertá l’alma gentile.