Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/41

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ii - comento sopra alcuni de’ suoi sonetti 35

cittá nostra, perché fu dolore molto universale e comune. E se bene nelli precedenti versi sono scritte alcune cose che piú tosto paiono da privata e grande passione dettate, mi sforzai, per meglio satisfare a me medesimo ed a quelli che grandissima e privata passione avevono della sua morte, propormi innanzi agli occhi d’avere ancora io perduto una carissima cosa, e introdurre nella mia fantasia tutti gli effetti che fussino atti a muovere me medesimo, per poter meglio muovere altri. E, stando in questa immaginazione, cominciai meco medesimo a pensare quanto fussi dura la sorte piú di quelli che assai avevono amato questa donna, e cercare con la mente se alcuna altra ne fussi nella cittá degna di tanto amore e laude. E, stimando che grandissima felicitá e dolcezza fussi quella di colui, il quale o per ingegno o per fortuna avessi grazia di servire una tale donna, stetti qualche spazio di tempo cercando sempre e non trovando cosa che al giudicio mio fussi degna d’un vero e costantissimo amore. Ed essendo giá quasi fuora d’ogni speranza di poterla trovare, fece in un punto piú il caso, che in tanto tempo non aveva fatto la esquisita diligenzia mia; e forse Amore per mostrare meglio a me la sua potenza, volle manifestarmi tanto bene in quel tempo, quando al tutto me ne pareva essere disperato.

Facevasi nella nostra cittá una publica festa, dove concorsono molti uomini e quasi tutte le giovane nobile e belle. A questa festa quasi contro a mia voglia, credo per mio destino, mi condussi con alcuni compagni ed amici miei, perché ero stato per qualche tempo assai alieno da simili feste, e, se pure qualche volta mi erono piaciute, procedeva piú presto da una certa voglia ordinaria di fare come gli altri giovani, che da grande piacere che ne traessi. Era, tra l’altre donne, una agli occhi miei di somma bellezza e di sí dolci ed attrattivi sembianti, che cominciai, veggendola, a dire: — Se questa fussi di quella delicatezza, ingegno e modi che fu quella morta che abbiamo detta, certo in costei e la bellezza e la vaghezza e forza degli occhi è molto maggiore. — Di poi, parlando con alcuno che di lei aveva qualche notizia, trovai molto bene rispondere gli effetti,