Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/12

Da Wikisource.
6 vii - capitoli

     ma quanto piú l’insaziabil sete
ricorre al tristo fonte che la spenga,
tanto piú cresce, insin che passi Lete.
100 Questo convien che per ragione avvenga.
L’alma creata alle perfette cose
non par contenta a imperfezion si tenga.
     Onde convien che cerchi, e mai non pose,
fin ch’ella trovi quel, ch’al fin desia,
che lei per segno al suo balestro pose.105
     Ma spesse volte, mentre che s’invia
scorta da trista e da inimica guida,
pria che truova il suo ben, cade tra via.
     Dunque convien ben guardi in cui si fida,
ed a chi dia del suo cavallo il freno,110
pria che ’n cercar o in camminar s’intrida.
     Bisogna ben conosca il troppo o il meno:
ché di lá o di qua di tal confine
mai non si truova il vero ben a pieno.
     E benché il suo proposito e ’l suo fine115
sia buono, e quasi avvenga in ogni mente,
pur si va per diverse discipline.
     Sono infinite vie e differente,
e quel che si ricerca, solo è uno:
però si truova sí difficilmente.120
     Un picciol sasso per la via, un pruno,
chi si attraversi al piè fragile e lento,
di sí suave cibo il fa digiuno:
     onde gli avvien di poi contrario evento;
ché l’anima pigliando l’altra volta,125
pruova per bene ogni crudel tormento.
     In quest’ambage inviluppata e involta,
tanto pena a vedere il vero lume,
che la virtú visiva al fin gli è tolta:
     cosí convien sempre arda e si consume,130
perché il dominio del natural corso
per lunga usanza ha preso il rio costume.