Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/120

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lucifero

Lunghe carezze le facea coi baci.
Dei còlti fiori ella scegliea fra tanto
I più freschi, e i più belli; e mormorando
Un’allegra canzon de le sue valli,
110Giravali in ghirlanda, e col securo
Volo della ridente anima il giorno
Delle sue nozze precorrea.
                               — Di freschi
Fiori odorosi, io vo’ la mia corona
In quel giorno beato: a par di questa
115Tesserla io vo’ di zàgare fragranti,
Che a me son tanto care, e simbol sono
Del nostro amor: te ne rammenti? il primo
Foglio che mi scrivesti un conteneva
Di quei teneri fiorì. Oh! quanto allora
120Sarem felici! Andran confusi e tristi
I cattivi del mondo, e i nostri amplessi
Saran da Dio santificati. È amara
Cosa, me ’l credi, il mormorar del mondo
Fra due cori che s’amano: somiglia
125Sibilo di serpente in mezzo al canto
Melodíoso di felici augelli;
Grido somiglia di sinistro augello,
Che rompa a sera l’armonia d’un primo
Giuramento d’amor. No, no; non voglio,
130Che torva, oscura intorno a noi si aggiri
La maledica turba, e ne sia d’uopo
Velar di mal sofferte ombre il sorriso
De l’amor nostro immensurato: io voglio,
Che testimòni alla letizia nostra
135Sieno gli uomini e Dio; ch’arda di amore
Tutto il creato insiem con noi. Deh! affretta,
Giorgio, affretta quel dì! Non mi rincresce
Lasciar per te queste mie valli; il caro
Mio letticciòl, dove ho sognato e pianto



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