Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/108

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94 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     Spargano in larga copia alate fiamme;
     Perchè molti di sol raggi lucenti
     315Mestier è pur, ch’abbian concetti. Or quando
     Dunque il furor del vento entro gli sforza
     A raccogliersi ’n uno, e stringe, e calca
     Premendo il luogo, e’ si diffondon tosto
     Gli espressi semi in larga copia; e quindi
     320Della fiamma il color folgora, e splende.
Folgora similmente, allor che molto
     Rarefansi eziandio del ciel le nubi;
     Poichè qualor, mentre per l’aria a volo
     Sen vanno, e il vento leggermente in varie
     325Parti le parte, e le dissolve, è d’uopo
     Che cadan lor mal grado, e si dispergano
     Quei semi, che il balen creano; ed allora
     Folgora senza tuono, e senza tetro
     Spavento orrendo, e senz’alcun tumulto.
330Del resto qual de’ fulmini l’interna
     Natura sia, bastevolmente il mostra
     La lor fera percossa, e dell’ardente
     Vapor gl’inusti segni, e le vestigia
     Gravi, e tetre esalanti aure di zolfo;
     335Che di foco son questi, e non di vento
     Segni, nè d’acqua. E per se stessi ’n oltre
     Degli eccelsi edificj ardono i tetti,
     E con rapida fiamma entro gli stessi
     Palagi scorron trionfanti. Or questo