Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/124

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110 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     745Crescan, che in noi di par cresce co ’l sangue
     Il corpo, e il suo sudore, e qualunque altro
     Liquore al fin, che nelle membra alberghi.
Spesso eziandio quasi pendenti velli
     Di lana dalle salse onde marine
     750Suggono umido assai, qualora i venti
     Spargon sull’alto mar nuvole, e nembi.
     E per la stessa causa anche da tutti
     I fiumi, e tutt’i laghi all’alte nubi
     L’umor s’attolle, u’ poi che molti semi
     755D’acqua perfettamente in molti modi
     D’ogn’intorno ammassati in un sol gruppo
     Si son, tosto le nuvole compresse
     Dall’impeto del vento, in pioggia accolti
     Cercan versargli ’n due maniere in terra:
     760Che l’impeto del vento insieme a forza
     Gli unisce; e la medesim’abbondanza
     Delle nuvole acquose, allor che insorta
     N’è turba assai maggior, grava, e di sopra
     Preme, e fa, che la pioggia indi si spanda.
765In oltre quando i nuvoli da i venti
     Anco son rarefatti, e dissoluti
     Da’ rai del sol, gronda la pioggia a stille,
     Quasi di molle cera una gran massa
     Al foco esposta si consumi e manchi.
     770Ma furiosa allor cade la pioggia,
     Che le nubi ammassate a viva forza