Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/160

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146 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     Perturbata la mente, e sempre involta
     Tra cordoglio, e timor: rugoso il ciglio,
     1720Severo il volto, e furibondo: in oltre
     Sollecite l’orecchie, e d’un eterno
     Romore ingombre: il respirar frequente,
     E grande, e raro: d’un sudor gelato
     Madido il collo, e splendido: gli sputi
     1725Tenui, piccioli, e salsi, e d’un colore
     Simili al croco, e per l’arsicce, e rauche
     Fauci da grave tosse appena eretti.
     I nervi in oltre delle mani attrarsi
     Solean, tremar gli articoli, e da’ piedi
     1730Salir pian piano all’altre membra un gelo,
     Duro nunzio di morte: avean compresse
     Fino all’estremo dì le nari, in punta
     Tenue di naso, ed aguzzo, occhi sfossati,
     Cave tempie e contratte, e fredda ed aspra
     1735Pelle, ed orrido ceffo, e tesa fronte.
     Nè molto già dalla penosa, e cruda
     Morte oppressi giacean: la maggior parte
     Perian l’ottavo dì, molti anco il nono
     Esalavan lo spirto; e se alcun d’essi
     1740V’era (che v’era pur) che da sì fiero
     Morbo scampasse, ei nondimen corroso
     Da sozze piaghe, e da soverchia, e nera
     Proluvie d’alvo estenuato, al fine
     Tisico si moria. Con grave duolo