Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/195

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Lib. II. Fav. I. 181

     Cosa di mio frapporre unqua mi piaccia,
     Sicchè diletto, variando, apporti,
     Vo’ che il lettor in buona parte il prenda.
     Mia brevitade questo don vi porge,
     15Di cui prolissa esser non dee la lode.


FAVOLA   I.

Il Giovenco, il Leone e il Cacciatore.

A rigettar de gli avidi le inchieste,
     Ed a’ modesti a offrir tuoi doni apprendi.
          * Stava sopra un Giovenco testè ucciso
     Fiero Leone. Un Cacciator là giunto
     5Ne chiede parte; io lo farei, risponde,
     Ma prenderne tu stesso hai per costume;
     E sì l’ardir del temerario affrena.
     In buon punto uom dabben colà perviene;
     Ma il Leon vede appena, e il piè ritira.
     10Ei mite, non temer; dee tua modestia
     Averne parte. Francamente prendila.
     Il Bue divide, e fa ritorno al bosco.
          * Degno di lode esempio! e pur si vede
     Ricco l’ardir, e la modestia grama!