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Pagina:Luigi Barzini - Al fronte (maggio-ottobre 1915).djvu/128

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100 tra lo stelvio e il tonale


d’accordo per intuizione, per istinto. Gli austriaci vociavano: Arrendetevi! — Rispondevano i colpi, il cui lampeggiamento illuminava i rozzi muri dell’andito. Aspettandosi l’assalto, i nostri avevano tacitamente inastato le baionette.

Un movimento di assalto si è iniziato; decisamente gli austriaci hanno imboccato l’angusto passaggio. Un atletico sergente è arrivato alla porta gridando: Arrendetevi o vi bruciamo vivi! Non aveva finito di pronunziare queste parole che una palla lo colpiva alla gola e lo rovesciava morto. Gli assalitori si sono fermati, hanno avuto un istante di esitazione, si sono visti i loro profili neri oscillare sullo sfondo stellato del cielo e poi scomparire. Fuggivano lasciando i loro caduti. Il rumore dei passi precipitosi svanì, e la pattuglia alpina si ritrovò sola nel deserto dell’alta montagna, di fronte al chiarore sidereo delle nevi.


È qui spesso una guerra di silenzi, di attesa, d’immobilità.

Impossibile scorgere sulle vette i nostri posti avanzati. Nessuno vi si muove. Nemmeno gli ufficiali riescono a vederli. Uomini e roccia pare che formino una cosa sola. Sdraiati nelle anfrattuosità, sull’orlo degli abissi, per intere giornate e per lunghe notti, gli alpini in vedetta rimangono fermi e desti, come cacciatori alla posta.