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350 l’eroica conquista di plava


cia alla baionetta. Intanto anche l’ala destra prende l’attacco. Ma avanzando dalle larghe basi del monte verso la vetta, lo spazio diminuisce, le file, che erano rade e sparse all’inizio, si sono andate serrando, formano nuclei troppo densi, ammassamenti che offrono una maggiore presa al fuoco incessante dei cannoni nemici e delle mitragliatrici, i proiettili delle quali empiono tutto il bosco di un sibilare metallico. È impossibile continuare. La colonna destra incomincia a ripiegare lentamente.

Il nemico, che sente mancare da quel lato l’attacco, cerca di avanzare incalzante. Accenna al contrattacco, fra gli alberi, preme, si fa minaccioso. L’ala sinistra si sposta, lo arresta, lo ricaccia. Il ripiegamento avviene ordinato, con lunghe soste, la faccia al nemico, e si ferma a mezza costa, ad un centocinquanta metri dalla vetta. Era la sera del 12 giugno.

Delle truppe di rincalzo passarono quella notte. La giornata del 13 trascorse in un lavoro di riorganizzazione. Alla notte seguente si riescì a costruire due passerelle sul fiume. Esse garantivano ogni libertà di movimento, assicuravano le retrovie. Un attacco di grandi masse nemiche, sopra una testa di ponte così ristretta, servita da un solo piccolo traghetto, avrebbe potuto provocare forse una gravissima situazione. I nuovi ponti dissipavano il pericolo. Il 14 fu ordinato l’attacco per il giorno dopo.