Pagina:Luisa Anzoletti - Giovanni Prati, discorso tenuto nel Teatro Sociale la sera dell'11 novembre 1900 per invito della Società d'abbellimento di Trento, Milano 1901.djvu/29

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cantore di Childe Harold andò a morire per l’indipendenza greca, e il cantore d’Armando, una notte ch’era a Campo, e corsero a dirgli che a Dasindo — pochi passi lontano — la casa de’ suoi bruciava, nemmen si mosse per alzarsi da letto.

Ma tornando al poeta, nulla sembrami più evidente a provare l’originalità schietta, sto per dire esclusiva della sua ispirazione, del fatto ch’egli, romantico, ha potuto essere anche originalmente classico, nello stupendo Canto d’Igea — “un’eco d’Esiodo o di Lucrezio, nel secolo decimonono,” ha scritto il Nencioni, e non so propriamente che cosa intendesse dire. — Or bene, io non cercherò un paragone così lontano, e con due poeti de’ quali il critico non avea forse sott’occhio il testo; ma piglierò per esempio un’altra ode stupenda, La vita rustica del Parini, con la quale il paragone posso farlo io e lo possono fare tutti. E dico: chi mai, tranne un Prati, avrebbe saputo creare sullo stesso tema greco o latino, come latino o greco potrebb’essere l’ercole dei campi, che mentre io scrivo ara la terra sotto la mia finestra, chi mai, dico, tranne un Prati, avrebbe potuto cantare su questo tema stesso, che fu prima pariniano e sembrò insuperabile, un canto così nuovo, così unico, e che nessuno mai imiterà?

Si ponga mente a questa originalità maravigliosa del lirico di Trento, a questa originale facoltà d’ispirazione, genuina e pretta fontana aperta a lui nella mente da quella mano medesima che aperse la fonte del latte nel seno materno, e per comprendere che cosa voglia dire esser poeta a questo modo, si faccia un altro confronto. Si legga nel Prati, nei suoi Canti politici, la lirica ispirata che canta l’Anniversario di Curtatone, e poi si passi a un’al-